Monday, April 27, 2009

Parapetti


Io rimpiango l’Europa dai parapetti antichi!
(Il battello ebbro – Arthur Rimbaud)

Je regrette l’Europe aux anciens parapets!
(Le bateau ivre - Arthur Rimaud)

Friday, April 17, 2009

Albero


Foto di Andrea Annessi Mecci

Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie
Giuseppe Ungaretti, Soldati - Bosco di Courton luglio 1918

Go to the new web site HERE www.annessimecciandrea.com

Thursday, April 9, 2009

Contemporaneo


Foto di Andrea Annessi Mecci (Roma)
Ma è spezzata la tua schiena
mio stupendo, povero secolo.
Con un sorriso insensato
come una belva un tempo flessuosa
ti volti indietro, debole e crudele,
a contemplare le tue orme.
Osip Mandel'stam, Il secolo (1923)

Wednesday, April 8, 2009

Serie hotel #2


Serie Hotel #2 di Andrea Annessi Mecci
Formato 90x120 cm
Tecnica: Fotografia con inchiostro su carta

E’ il mondo sgualcito e abbandonato della presenza umana che finalmente si mostra nella sua integrità autosufficiente, senza richiedere un supplemento di significato. Anzi, quasi sollevato e liberato da ogni funzione di supporto e di sfondo. Soltanto un letto disfatto ci concede questo prodigio: l’assenza della figura umana – e al tempo stesso l’impronta dei corpi.Roberto Calasso, La Folie Baudelaire
La serie di opere che seguono costituiscono il corpo di una ricerca svolta all'interno dell'hotel dove le immagini evocano le tracce ed i lasciti degli ospiti nelle loro camere. Come uno sprofondamento nelle cose, uno scomparire, un lanciarsi nelle avventure del desiderio oltre l'angustia di ciò che è immediatamente prossimo. Addormentarsi, partire, morire sono situazioni affini: nell'addormentarsi ci si volta contro la parete, come nell'attimo della morte, verso il confine di un mondo radicalmente altro, quasi un viaggio dentro la parete.



EXHIBIT CATALOG

Sunday, April 5, 2009

Serie Hotel #12


Serie hotel #12 di Andrea Annessi Mecci
Formato 90x120 cm
Tecnica: Fotografia con inchiostro su carta

Ogni uomo ha forse avvertito quella sorta di dolore, se non di terrore, che si prova nel vedere il mondo e la sua storia presi in un moto ineluttabile, che sempre più s'accresce, e che non sembra voler mutare, per scopi sempre più volgari, altro che le proprie manifestazioni visibili. Questo mondo visibile è ciò che è, e le nostre azioni non possono fare in modo che sia assolutamente diverso. Si pensa allora con nostalgia a un mondo in cui l'uomo, anziché forzare con rabbia le apparenze visibili, si fosse impegnato a disfarsene, non soltanto a rifiutare ogni azione su di esse, ma a spogliarsi, in modo da riportare alla luce in noi stessi quel luogo segreto a partire dal quale sarebbe stata possibile un'avventura umana del tutto diversa. Di più alto senso morale, comunque. (Jean Genet · L'atelier di Alberto Giacometti)

Serie hotel #1

Serie hotel #1 di Andrea Annessi Mecci
Formato 90x120 cm
Tecnica: Fotografia con inchiostro su carta

...i corpi che feriscono gli occhi e suscitano la visione. E senza posa fluiscono da certe cose gli odori; come il freddo dai fiumi, il calore dal sole, dalle onde marine l'effluvio che corrode i muri intorno alle spiagge. Voci mutevoli non cessano di aggirarsi nell'aria. (Lucrezio, De rerum natura)

Serie hotel #9



Serie hotel #9 di Andrea Annessi Mecci
Formato 90x120 cm
Tecnica: Fotografia con inchiostro su carta

No sap chantar qui so non di,
ni vers trobar qui motz no fa,
ni conoys de rima quo's va
si razons non enten en si.
He can't sing, he who doesn't utter a sound
nor can he shape verses, he who doesn't say a word,
nor can he see the ways of poetry
he who doesn't understand the meaning.

Serie hotel #11


Serie hotel #11 di Andrea Annessi Mecci
Formato 90x120 cm
Tecnica: Fotografia con inchiostro su carta

Sono tornato là
dove no ero mai stato.
Nulla, da come non fu, è mutato.
Sul tavolo (sull'incerato
a quadretti) ammezzato
ho ritrovato il bicchiere
mai riempito. Tutto
è ancora rimasto quale
mai l'avevo lasciato.
(Giorgio Caproni)

Serie hotel #8


Serie hotel #8 di Andrea Annessi Mecci
Formato 90x120 cm
Tecnica: Fotografia con inchiostro su carta


La realtà da esprimere risiedeva, lo capivo ora, non nell'apparenza del soggetto, ma nel grado di penetrazione di questa impressione ad una profondità dove questa apparenza importava poco. Marcel Proust · Il tempo ritrovato

Serie hotel #7


Serie hotel #7 di Andrea Annessi Mecci
Formato 90x120 cm
Tecnica: Fotografia con inchiostro su carta

La morte tornò a letto, si abbracciò all'uomo e, senza ben capire quel che le stava succedendo, lei, che non dormiva mai, sentì che il sonno le faceva calare dolcemente le palpebre. Il giorno seguente non morì nessuno. José Saramago, Le intermittenze della morte

Friday, April 3, 2009

Silenzio

Foto di Andrea Annessi Mecci (Barcellona Casa Pedreira - Antonio Gaudì)

...il testo si manifesta come rinuncia, si depaupera: diventa la pensosa parodia di un viaggio verso il silenzio. Si è parlato molto di silenzio, di un silenzio del tempo in un tempo di silenzio, vuoto e aperto, ai limiti del delirio mistico: di come essere nel silenzio, come sentire e abitare il silenzio, come essere abitati dal silenzio. Luciano Berio · Un ricordo al futuro



TU

Foto di Andrea Annessi Mecci (Rajasthan India )

Ma io non sono mai stato simile a questo! Come fa a saperlo? Cos’è questo “tu” al quale dovrebbe o non dovrebbe assomigliare? Dove trovarlo? In quale parametro morfologico o espressivo? Dov’è il suo corpo di verità? Lei è il solo a non poter vedere altro che un'immagine, non vede mai i suoi occhi, se non inebetiti dallo sguardo rivolto a uno specchio o a un obbiettivo; proprio e soprattutto per il suo corpo lei è condannato all’immaginario. Roland Barthes · Barthes di Roland Barthes

Cecenia



Neppure questo è il luogo.
I superstiti con le loro famiglie.

I quadri ammucchiati, le pareti vuote.

Ancora l'odore di vernice.

Sei ancora lì, stai per partire.
Crateri rugginosi.

Schegge, spire di preistoria.

Luci che disgregano un futuro invecchiato.
Siamo vicini al prato, al nido di vespe.

Siamo lungo una qualsiasi strada

della grande isola.
Siamo nel riposo della nuova

possibile nascita. Sotto le nostre luci.

Distesi e piegati nell'ora

della nascita-morte.

Sotto il pallido imperio degli orologi.


Distinguo rumori e suoni.

Dormo e penso.

Sono un corpo senza corpo.

Un colore incolore.

Sospinto fuori, furioso.
Alfonso Berardinelli da Lezione all'aperto

Thursday, April 2, 2009

Le cose mute

Foto di Andrea Annessi Mecci (Roma piazza Farnese)


Non scriverò più nessun libro, né in inglese, né in latino, perché la lingua in cui mi sarebbe dato non solo di scrivere, ma forse anche di pensare, non è il latino né l'inglese né l'italiano o lo spagnolo, ma una lingua di cui non una sola parola mi è nota, una lingua in cui parlano le cose mute.
Hugo von Hofmannsthal · Lettera di Lord Chandos

OBLOMOV


Foto di Andrea Annessi Mecci

Nessuno è responsabile della propria inadeguatezza. Oblomov è immobilizzato nel suo divano, prigioniero di immagini del passato: da quel divano, che è un osservatorio sulla vita degli altri e sul sogno, egli scruta il mondo a cui non può appartenere poiché nulla, di quel mondo, è incantevole quanto il ricordo dell'infanzia perduta. Solamente l'amore, incarnando un altro sogno, avrebbe potuto distoglierlo da quell'incanto. Ma se l'infanzia è la stagione della felicità innocente quella dell'amore non lo è: ogni forma di consapevolezza e di felicità adulta, infatti, ha in sé la coscienza della morte. Oblomov risponde a questo richiamo con l'inanità e la contemplazione. Anche per gli esseri umani, come per molti animali in pericolo, l'immobilismo è una forma mimetica di difesa.

Wednesday, April 1, 2009

Im-mobilità professionale



Im-mobilità professionale di Andrea Annessi Mecci
Formato 96x198 cm
Tecnica: plotter su tela

Vivere è diventato un esercizio burocratico.
Ennio Flaiano · Il gioco e il massacro

Andrea ANNESSI MECCI
Fotografo romano, classe ’70, è autore di numerose pubblicazioni e fotoreportage, nei quali mostra uno sviluppatissimo interesse per il ritratto, esercizio che eleva al livello di qualità pittorica nella definizione accuratissima dei dettagli al servizio di un mai scontato lavoro di introspezione psicologica. La ricerca intorno ai volti lo porta in giro per il mondo, soprattutto nelle misconosciute terre dell’Asia centrale, dove gli scatti più felici rivelano storie impensate, a metà strada tra il documento e la narrazione empatica. Gli ultimi lavori lo vedono più concentrato sulle potenzialità offerte dalla manipolazione dello strumento fotografia, dalla versatilità intrinseca del mezzo. Quindi sperimentazione sui materiali, in sede di progettazione, sviluppo e stampa, utilizzo della tecnica digitale come esito ultimo e imprevisto della disposizione antica alla maestria artigianale.
(Dini Warsamè Casali)